I giardini della Fondazione: il verde a supporto della salute

Quando l’ingegner Carlo Celentano Ungaro costruì la Fondazione Maria Grazia Barone, immaginò di mitigare il celebre caldo clima foggiano con una grande area verde.

Nel 1934, infatti, insieme all’enorme edificio, predispose una superficie di quasi due ettari di pineta ed un giardino che ancora oggi allieta chiunque passi nei pressi della Fondazione Maria Grazia Barone.

Una soluzione semplice ed ingegnosa sia per prevenire il caldo, con l’ effetto-bosco, che per combatterlo nel modo più ecologico.

Che Ungaro fosse consapevole o meno dell’influsso positivo della natura sulla salute dei frequentatori della Fondazione Maria Grazia Barone, come dimostrano numerosi studi scientifici moderni, non è documentato.

Sicuramente con la sua intuizione, Ungaro ha dato vita ad un luogo di ristoro e socializzazione sia per gli ospiti che per parenti, personale socio sanitario e assistenti degli anziani, che ancora oggi, da oltre ottant’anni dalla realizzazione del giardino, abitano gli spazi verdi.

Palme, cedri, ligustri e perfino bambù, una pianta infestante ma innocua, che dona un tocco orientalizzante al giardino. Oltre che salubri, queste piante sono anche uno spettacolo per gli occhi e per gli altri sensi grazie ai loro colori e profumi che inebriano l’aria nei periodi di fioritura.

Nel giardino all’ingresso, infatti, è premura del giardiniere scegliere e porre ciclicamente fiori e piantine stagionali per sorprendere gli ospiti.

La vegetazione, inoltre, è un perfetto fonoassorbente ecologico che contribuisce alla serenità e alla quiete della Fondazione Maria Grazia Barone e delle abitazioni limitrofe.

Altro spazio verde, nascosto agli occhi dei passanti, è il giardino interno alla Fondazione Maria Grazia Barone.

Per la sua naturale conformazione protetta dai venti e dal sole diretto, fa da dimora ad una bellissima originale fontana con pesci rossi, un enorme pino, e a tante specie differenti di agrumi: mandarini, arance 4 stagioni, mandarini cinesi (kumquat), chinotti che non mancano mai di giovare qualsiasi visitatore.