Storia

 
DAL 1920

I presidenti della Fondazione Barone



Mons. Luigi Cavotta
dal 1924


Duca Giovanni Barone
dal 1929


Avv. Carlo Forcella
dal 1969


Dott. Giuseppe Fasano
dal 1986


Dott. Pio Barone
dal 1991


Dott. Michele La Torre
dal 2005


Dott.ssa Alba Mazzeo
dal 2011


Dott.ssa Clorinda Calderisi
dal 2016

 

LA STORIA

Tutto comincia
il 10 maggio del 1900


La storia della Fondazione comincia il 10 maggio del 1900 con il testamento olografo della nobildonna Maria Grazia Barone, vedova del Marchese Giacomo Celentano, reso pubblico il 14 novembre del 1918 a seguito del decesso della testatrice avvenuto in Napoli cinque giorni prima. Il papà della donna, Alessio Barone, era stato sindaco di Foggia e perseguitato dal governo borbonico. La donna decide, nelle sue ultime volontà, di donare tutta la sua proprietà terriera ad una fondazione da costituire per gli anziani poveri di Foggia, sua città natale.

Maria Grazia Barone detta il suo testamento con grande precisione: descrive quali devono essere le finalità della fondazione, soprattutto precisa che il patrimonio della stessa deve arricchirsi ogni anno delle rendite accumulate e solo quando le stesse rendite saranno sufficienti, si provvederà alla costruzione dell'edificio in modo da riuscire a non intaccare il capitale.

E così, due anni dopo la sua morte, cioè nel 1920, nacque la Fondazione il cui primo presidente fu un sacerdote, Mons. Luigi Cavotta. Sotto la presidenza di quest'ultimo, iniziò la costruzione dell'edificio dopo l'acquisto di un'area in fondo a corso Giannone di 44 mila mq., dei quali circa 7 mila furono donati al Comune per la creazione di una piazza a giardino innanzi all'edificio. Per il progetto fu dato l'incarico all'ing. foggiano Carlo Celentano Ungaro, morto nel 1955 il cui busto è tuttora presente nella villa comunale.

Nel 1929 a Mons. Cavotta subentrò il nuovo Presidente, duca Giovanni Barone, grande agricoltore e nipote della nobildonna.

Erano gli anni della “Grande Foggia”, gli anni che avrebbero trasformato un grosso paese rurale in una città importante al passo con i tempi, con la realizzazione dei quattro lotti INCIS, della Casa del Contadino e della Sede dell'INPS, alla costruzione del Palazzo degli Studi, di quello degli Uffici Statali, del Palazzo di Città e così via.

L'Opera Pia Barone appartiene solo temporalmente all'epoca della “Grande Foggia”, essendo una istituzione privata e quindi non ideata dal regime fascista dell'epoca. Tanto è vero che l'inaugurazione, che sarebbe potuta avvenire l'8 settembre del '34, giorno della visita di Mussolini a Foggia per l'inaugurazione delle altre costruzioni, avvenne quasi in sordina, circa tre settimane prima, il 15 agosto del 1934. Negli anni ottanta cominciò una radicale ristrutturazione, solo interna, per poter ampliare la ricettività sino a 350-400 ospiti.